Senza corona

c’era chi non pensava alla morte / ch’era pronto a tentare la sorte

perché tanto son giovane e forte / e la peste non mi pesterà

c’era chi ricercava l’untore / ch’era sempre di un altro colore

perché dentro alla fiera nazione / solo alfieri della sanità

c’era chi s’attaccava alla vita / e atterrito da quanto accanita

fosse stata la suerte maldita / atterrava più a sud di wuhan

c’era sempre una bella canzone / regalava anche a quelle persone

la speranza di una mutazione / la sconfitta del maragià

senza corona / senza corona

poi ci dissero di stare a casa / e sembrò a molti una buona cosa

di evitare la chiesa e la scuola / al lavoro poi come si fa

c’era chi non credeva alla radio /

né alla tele e nemmeno al giornale

è soltanto una trama globale / il controllo della società

c’era chi non avendo un rimedio / medicava curava e taceva

qualche volta neppure giaceva / ch’ ‘a nuttata vedrai passerà

c’era sempre la stessa canzone / da cantare con le altre persone

tutti quanti affacciati al balcone / di ogni strada, paese e città

senza corona / senza corona

così il tempo ebbe una sospensione / fu domenica in continuazione

se vogliamo una buona occasione /

per fermarci un po’ tutti a pensare

a parlare a poltrire a giocare / a cercare di comunicare

con chi non si poteva vedere / però adesso ci consolerà

io provavo a passare il confine / a confidare che tutto andrà bene

a baciare soltanto le rime / ma la rana chi la bacerà

finché senza apparente ragione / ci togliemmo le nostre corone

e cantammo la bella canzone / che parlava d’amore e unità

senza corona / senza corona

torneremo giù per le strade ad annusare la libertà

abdicando all’indifferenza e ad ogni sorta di vanità

sarà stato un allontanarci che forse ci riavvicinerà

vinceremo le diffidenze per ritrovarci comunità